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Hot Rats, secondo album di Frank Zappa, fortemente influenzato da atmosfere jazz rock, non riscosse nessun successo commerciale in patria mentre in Europa ebbe un ottimo riscontro di pubblico diventando uno dei suoi dischi più celebri e conosciuti.

inizia in modo fantasmagorico con "Peaches En Regalia", una piccola suite, splendida negli arrangiamenti e nell'orchestrazione.

A Captain Beefheart è affidata "Willie The Pimp", l'unica canzone ad avere una piccola ma significativa partitura scritta. È un cantato gutturale e graffiante al tempo stesso.

"Son Of Mr. Green Genes" parte con un'imperiosa introduzione, affidata alle tastiere e ai fiati, la melodia viene ripetuta a rotazione per qualche minuto fino a che improvvisamente avviene il primo di molteplici stacchi, che ci catapulta in un crescendo di tensione, un clima totalmente diverso da quello in cui la canzone si era presentata all'origine. La particolarità di questo stacco è che introduce un’entrata chitarristica tra le più spettacolari di tutta la musica moderna: i primi 30 secondi sono da antologia, e ci presentano uno Zappa coinvolto e incisivo che riesce a dare un'anima al suono del proprio strumento e lo stravolge in maniera celestiale, creando uno stupefacente connubio in perfetta simbiosi fra brutalità e armonia. Il brano cambia umore a ripetizione, reinventandosi repentinamente sotto molteplici vesti; è una jam in studio, e la parte centrale di questa è pure teatro di un favoloso inserimento a base di sax contappuntato ad opera di Ian Underwood, che riesce prima a sorreggere la melodia principale, con accordi ripetuti e incalzanti, poi a duellare con la chitarra estrema di Zappa. Sax e chitarra elettrica all'unisono: raramente nel rock tale singolare connubio ha raggiunto vertici così elevati.

"Little Umbrellas" è un motivo strumentale simile nella sua struttura a Peaches en Regalia, un altro breve motivo arrangiato con la presenza di numerose tastiere e sovraincisioni di fiati da parte di Underwood. Probabilmente per questo fu abbinata a Peaches per la pubblicazione su singolo nel 1970, diventando la B-side del 45 giri.

Si prosegue con "The Gumbo Variations": il pulsante riff bassistico introduttivo di Max Bennett fa da preludio all'arrivo di un sax avventuroso. Underwood è magistrale in questo suo solismo in pura chiave jazz: è un esercizio di stile senza confini e barriere. Il brano prosegue supportato da una ritmica traboccante di tempi dispari, e Zappa in sottofondo si produce in un lavoro oscuro d'impostazione ritmica, fino a che, in una totale esplosione orgiastica di suoni, prende il sopravvento il violino di "Sugar Cane" Harris, che si produce in un solo allucinato e geniale, riuscendo a strappare dal cuore del proprio strumento sibili e suoni mai uditi prima da un violino. Il violino cede il passo al solismo ruvido di Zappa e a quello tecnico di Paul Humphrey, per poi concludere il tutto in una esplosione d'avanguardismo jazzato fra i più esasperati.

"It Must Be a Camel" è un'altra traccia dall'arrangiamento molto complesso ed intricato con numerosi fiati e sovraincisioni multiple di tastiere ad opera di Underwood. La melodia molto inconsueta del pezzo è fortemente ritmata e spesso presenta grossi "sbalzi" melodici. Il titolo del brano (Potrebbe essere un cammello) potrebbe riferirsi al fatto che questi sbalzi, trascritti sullo spartito, assumono una forma che può ricordare le gobbe dei cammelli. Jean-Luc Ponty suona il violino nella traccia.

 

 

Tracce

 

Lato A

 

1. Peaches en Regalia – 3:38

2. Willie the Pimp – 9:25

3. Son of Mr. Green Genes – 8:58

 

Lato B

 

1. Little Umbrellas – 3:09

2. The Gumbo Variations – 12:55

3. It Must Be a Camel – 5:15

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